Realizzazione di manufatti di ampie dimensioni in contesti fortemente antropizzati

Giulio Salvini - IQT UTframe Projcet Manager

Nell’ambito della realizzazione di nuove reti infrastrutturali per servizi di primaria importanza per la Comunità, può nascere l’esigenza di realizzare opere, anche di notevoli dimensioni, in contesti fortemente antropizzati. Ciò si è reso necessario, ad esempio, nel cantiere di Rozzano (MI) per la realizzazione di una nuova rete elettrica di media tensione 23kV.

Le caratteristiche della nuova rete elettrica

Nel caso specifico, il progetto prevedeva la fornitura e posa di manufatti prefabbricati in calcestruzzo con funzione di camerette di raccordo della nuova polifora atte a contenere le giunzioni dei cavi elettrici così da rendere agevole un eventuale intervento di riparazione.

 

Tali manufatti, di larghezza pari a 2,90m, lunghezza variabile da 7,50 a 10,00 m e altezza pari a circa 2,50 m, dovevano essere installati in strade del centro abitato di larghezza limitata, vincolate ai margini dalla presenza di marciapiedi ed edifici abitativi.

 

In tali circostanze i metodi tradizionali non risultavano attuabili: lo scavo tradizionale “a cielo aperto” con pendenza del fronte scavo a 45° avrebbe richiesto un ingombro trasversale eccessivo, fino ad interessare, in taluni casi, le fondazioni degli edifici adiacenti; l’infissione di micropali o palancole a vibrazione, oltre ad un disagio dal punto di vista acustico, avrebbe potuto causare fenomeni di fessurazione negli edifici.

Le soluzioni di sostegno adoperate

È risultato necessario individuare un sistema di sostegno dello scavo alternativo, di ingombro ridotto, che consentisse di effettuare le successive lavorazioni di posa dei manufatti in totale sicurezza senza recare alcun danno alle strutture preesistenti presenti in prossimità delle aree di intervento.

 

In base al contesto si è optato per due differenti soluzioni tecniche:

  • La prima metodologia, prevista nei contesti più angusti con edifici esistenti molto vicini, consiste nell’infissione di palancole “a gravità”, sistema che prevede la spinta delle palancole nel terreno senza la generazione di vibrazioni e che riduce sensibilmente l’impatto acustico della lavorazione all’interno del centro abitato.
  • La seconda metodologia, in zone urbane ma con spazi di manovra più ampi, prevede l’installazione di un sistema di blindaggio metallico composto da pannelli di dimensioni 5,00 x 4,00 m (h) collegati in corrispondenza dei giunti da perni in acciaio e in sommità da profilati tipo IPE longitudinali irrigidenti. Tale sistema è stato in grado di fornire un’area di lavoro interna in sicurezza di oltre 40 mq idonea per la posa dei manufatti prefabbricati.

Sicurezza delle persone e sostenibilità ambientale

L’applicazione delle due tecniche sopra menzionate ha permesso la realizzazione dell’opera garantendo la massima sicurezza durante i lavori e, nel contempo, limitando al massimo l’impatto sull’ambiente circostante.

In particolare ciò ha permesso di realizzare un’area di lavoro ben definita, pulita e sicura per i lavoratori, riducendo al minimo i rischi legati al distacco di materiale dall’alto, eventi franosi o cedimenti degli scavi che avrebbero potuto causare contusioni, tagli o addirittura il seppellimento degli operatori.

Inoltre, la possibilità di sostenere gli scavi verticali ha consentito di limitare la manomissione del suolo pubblico e mantenere i percorsi già in essere per pedoni e mezzi, senza originare incertezza o disorientamento negli utenti.

 

Una soluzione valida per garantire un ottimo risultato senza ridurre il livello di sicurezza.

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