“Home is where IoT is”, dove c’è IoT c’è casa: ricorda il claim di un noto spot di qualche anno fa, il nuovo “mantra” che si sta affermando a livello globale.”
Fonte: www.fibramadeinitaly.it/tecnologia/smart-home-iot-non-senza-la-fibra-ottica/
L’Internet delle cose è una possibile evoluzione dell’uso della Rete: gli oggetti ovvero le “cose” si rendono identificabili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati su se stessi ed accedere ad informazioni aggregate da parte di altri.
L’obiettivo è far sì che il mondo elettronico e virtuale disegni una mappa di quello reale, dando un’identità elettronica alle cose e ai luoghi dell’ambiente fisico.
Gli oggetti e i luoghi muniti di Rfid (etichette d’identificazione e/o memorizzazione automatica di dati a radio frequenza) o Codici QR comunicano informazioni in rete o a dispositivi mobili come i telefoni cellulari.
“Nel 2020, secondo stime di Gartner, ci saranno 26 miliardi di oggetti connessi a livello globale. ABI Research stima che saranno più di 30 miliardi. Altri istituti parlano di 100 miliardi.”
Di fatto l’internet degli oggetti è considerato il “pilastro” fondante del futuro mercato dell’abitare e smart home ed IoT sono la nuova formula che incarna forma e sostanza di una rivoluzione talmente travolgente che diventa difficile persino stimarne l’entità.
“Le stime delle principali società di analisi vengono aggiornate continuamente al rialzo. E di qui al 2025 si parla di un giro di affari che potrebbe avvicinarsi ai 150 miliardi di dollari. Secondo l’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano, il mercato degli smart objects in Italia è arrivato a toccare i 4,2 miliardi di dollari, con una crescita del 36% rispetto all’anno precedente.”
Fonte: www.fibramadeinitaly.it/tecnologia/smart-home-iot-non-senza-la-fibra-ottica/
Smart Metering (i contatori gas intelligenti installati presso le utenze domestiche) è l’applicazione che costituisce sicuramente la principale fetta di questo mercato. Nel prossimo futuro si prevede un’ulteriore accelerazione, soprattutto in ambiti Smart Metering, Smart Car, domotica e Smart Home e Industrial IoT.
I dispositivi “intelligenti” fanno già parte del corredo domestico basti pensare ai sistemi di controllo e gestione energetica o ai sistemi di sicurezza. Sono proprio questi due ambiti a farla da padrona attualmente ma c’è ancora da giocare la partita dei “ digital assistant ”,figli della robotica più avanzata, che si preparano a “invadere” letteralmente le abitazioni nell’arco dei prossimi cinque anni.
Dall’ Industria 4.0 alla Casa 4.0 il passo è breve. E non è un caso se colossi del web quali Google e Amazon abbiano deciso di scendere in campo con piattaforme e device specificamente dedicati all’innovare il modo di gestire gli impianti, arricchendo di funzionalità innovative persino quelli esistenti grazie all’uso dei sensori intelligenti in grado di “connettere” praticamente qualsiasi oggetto.
Prima di tirare le somme bisognerà però fare i conti con un importante se non fondamentale punto: le infrastrutture di rete.
L’enorme volume di dati che transiterà sui network fissi e mobili dovrà poter contare su una capacità complessivamente molto elevata, nonostante i sensori necessitino di una quantità risibile di banda per trasmettere le informazioni. E saranno i Paesi più indietro a pagare il prezzo maggiore in termini di sviluppo di mercato ed ecosistema.
L’Italia, che pur ha recuperato posizioni nella “voce” infrastrutture ultrabroadband della classifica DESI, è uno dei Paesi che più dovrà accelerare se vorrà ritagliarsi un posto sul treno dell’ Internet of Things e, di conseguenza, della smart home. Il cammino verso il 5G è tracciato, ma non bisogna dimenticare che solo l’ infrastruttura in fibra è in grado di garantire la “tenuta” del traffico di tutta l’impalcatura di nuova generazione.
In questa, come in tutte le precedenti rivoluzioni tecnologiche, le infrastrutture sono alla base dello sviluppo economico. Le tecnologie abilitanti non potrebbero, infatti, esistere senza adeguate infrastrutture sottostanti. Pertanto, nella digital economy, un presupposto essenziale per una nuova fase di crescita dello sviluppo economico, è rappresentato dalla disponibilità di un’infrastruttura di telecomunicazioni a banda ultralarga estremamente affidabile, future proof e con una copertura del 100%. Di qui la necessità di una infrastruttura in fibra ottica di tipo FTTH, affidabile ed estesa in modo capillare.
La fibra ottica fino a casa è l’unica soluzione che permetterà di avere tutta la banda necessaria anche in un futuro non immediato. In un certo senso, è un’infrastruttura definitiva in quanto, una volta posata, per aumentarne le prestazioni basterà soltanto cambiare gli apparati agli estremi.
I rilevanti incrementi attesi in termini di intensità d’uso, velocità di trasferimento dati sempre più elevate e di drastica riduzione dei tempi di latenza, stanno comportando una vera rivoluzione nelle architetture e nelle logiche di gestione delle reti: virtualizzazione delle risorse e densificazione delle stazioni radio base saranno cruciali per i nuovi servizi previsti dallo standard 5G. Anche in questi casi, senza la rete in fibra ottica che collega le celle, che collegano a loro volta gli smartphone, non ci sarebbe il 4G e, soprattutto, non ci sarà il 5G, caratterizzato da performance di latenza e capacità che, per essere realizzate nella massima potenzialità e senza scomode “restringimenti” virtuali, richiederanno reti in fibra ottica capillari per il rilegamento dei siti mobili.
In questo scenario, l’accesso a Internet tramite una rete che sia veloce, affidabile e ad alta capacità è oggi, e lo sarà sempre più negli anni a venire, un prerequisito imprescindibile per essere competitivi. Se nei prossimi anni l’UE vuole ritrovarsi leader e non follower, dovrà sostenere investimenti massicci e su larga scala per realizzare l’infrastruttura digitale di prossima generazione per mirare a quella che la stessa Unione ha denominato Gigabit Society, fissando precisi obiettivi di connettività entro il 2025 con l’obiettivo ultimo di abilitare una serie di nuovi servizi innovativi e pervasivi.
In questo senso, grazie alla loro elevata velocità di trasmissione, le infrastrutture in fibra ottica di tipo FTTH agiscono da catalizzatore dei processi di adozione e utilizzo dei servizi digitali per una piena realizzazione della Digital Economy.
La tecnologia sulla quale puntare per la realizzazione di reti a banda ultralarga, oltre che influenzare la qualità e varietà dei servizi, può avere un impatto anche sulle dinamiche competitive e sui modelli di business delle reti di nuova generazione.
Optare per modelli basati in larga parte su infrastrutture esistenti infatti manterrà il legame di dipendenza tra l’incumbent e gli operatori alternativi e di conseguenza, fintanto che le infrastrutture esistenti dell’incumbent saranno essenziali anche per le NGN (in assenza dunque di una effettiva e completa concorrenza infrastrutturale) e tale operatore con significativo potere di mercato sarà presente sia nel mercato wholesale che in quello retail, potranno riproporsi le problematiche competitive che storicamente hanno caratterizzato i rapporti tra incumbent e newcomers nei mercati delle comunicazioni elettroniche.
Puntare su una rete “sostitutiva”, in quanto fondata su una facility il più possibile nuova (end-to-end), rappresenta perciò una scelta future proof non solo sul piano tecnologico, ma anche su quello delle sfide regolamentari e concorrenziali nonché su quello dello stimolo alla domanda.”
IQT tlc NGN colloca costantemente le proprie attenzioni sul tema, recependo i segnali derivati da un contesto in continuo cambiamento e valutando le evoluzioni tecnologiche e le implicazioni strategiche delle stesse. Formazione ed aggiornamento rispetto alle nuove architetture di rete, quadri normativi, tecniche di progettazione sono la nostra risposta.
Ettore Aggio
NGN Division Process Coordinator
Fonti:
www.corrierecomunicazioni.it/digital-economy/niente-5g-senza-ftth-ecco-perche-la-fibra-fino-a-casa-e-linfrastruttura-definitiva/
www.fibramadeinitaly.it/tecnologia/smart-home-iot-non-senza-la-fibra-ottica
it.wikipedia.org/wiki/Internet_delle_cose