Bias cognitivi: cosa sono e come gestirli nel contesto aziendale

Aurora Di Nunno - IQT HR Specialist

Lorenza Minzoni - IQT Communication and Marketing Specialist

I bias cognitivi rappresentano una distorsione del pensiero che avviene durante la valutazione di fatti, opinioni e avvenimenti che influenza la percezione e l’interpretazione del mondo delle persone, portate così ad attribuire maggior peso o valore ad alcuni elementi anziché altri.

Perché le persone utilizzano i bias cognitivi?

 

I bias servono a garantire una visione coerente, semplificando la classificazione e la comprensione della realtà e portando le persone a svilupparne un’idea parziale o distorta e difficilmente modificabile nel tempo.

Queste distorsioni possono influire sulla capacità di prendere decisioni obiettive e possono portare a trarre conclusioni errate o a considerare dati e fatti incompleti.

I bias possono essere causati da vari fattori, come: l’educazione, la cultura, l’esperienza, le emozioni e il contesto sociale.

Il contesto lavorativo

Quali sono alcuni bias che potrebbero influenzare le decisioni che prendiamo al lavoro? Tra i più noti e diffusi, troviamo i seguenti:

  • Bias di conferma, ovvero la tendenza a dare più attenzione alle informazioni che confermano le nostre idee, lasciando inconsciamente trascurate le informazioni contradditorie;
  • Effetto alone, per cui si tenderebbe ad influenzare l’idea globale di qualcosa o qualcuno sulla base di una sola caratteristica;
  • Bias di ancoraggio è un pregiudizio cognitivo che influenza il processo decisionale rimanendo fedeli alla propria opinione anche quando emergono delle informazioni contradditorie;
  • Effetto Dunning-Krugerm, che porta a sottostimare le proprie capacità quando si è più competenti e a sovrastimarle quando lo si è meno;
  • Fallacia di Montecarlo, ovvero la tendenza a sovrastimare la probabilità del verificarsi di un evento, quando questo non si verifica da più tempo.

Gli stereotipi sociali

Quando, invece, si parla di stereotipi sociali, ossia di rappresentazioni di gruppi di persone, i fatti e i comportamenti vengono semplificati e potenzialmente distorti sulla base della loro appartenenza a una categoria piuttosto che a un’altra (genere, età, titolo di studio, esperienza, mansione, ecc…).

Questi schemi mentali influenzano a loro volta il comportamento delle persone oggetto dello stereotipo (profezia che si autoadempie), generando un effetto di conferma dello stereotipo stesso.

La consapevolezza come strumento di gestione dei bias cognitivi in azienda

 

Essere consapevoli e saper riconoscere un bias cognitivo permette di gestirne maggiormente i potenziali effetti negativi.

Per esempio, cercare intenzionalmente di mettere in atto comportamenti contrari agli stereotipi, o cercare prove per confutarli, aiuta a contribuire alla modifica del sistema di credenze.

 

Cominciare a prendere in considerazione gli eventi che contraddicono le proprie idee è un ottimo alleato. Nella stessa direzione va anche l’attribuire alla propria responsabilità non solo gli eventi favorevoli ma anche quelli sfavorevoli (tendenzialmente imputati all’esterno).

 

Pertanto, è importante che, all’interno delle aziende, i bias cognitivi siano riconosciuti e gestiti. L’obiettivo è creare un ambiente lavorativo favorevole ed evitare che questi pregiudizi inconsci possano ostacolare le relazioni e la produttività. Infatti, è utile promuovere azioni volte a:

 

  • favorire una formazione adeguata sull’argomento, condivisa con tutti i collaboratori,
  • introdurre politiche e procedure inclusive e pratiche di valutazione obiettive delle prestazioni.

Infine, un altro tra gli strumenti più efficaci per contrastare i bias, è la trasparenza nell’organizzazione aziendale, attraverso l’adozione di processi e procedure da seguire nello svolgimento dell’operatività a tutti i livelli.

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